SEIN – SCHEIN (essere –apparire)
“Palais im Großen Garten” – Dresda Ottobre 2006
In collaborazione con l’azienda statale “staatliche Schlösser und Gärten Dresden”, la „Galerie am Alaunplatz“ di Dresda e L’Istituto Italiano di Cultura di Berlino
Questo progetto si inserì nell’ambito delle manifestazioni organizzate per la celebrazione dell‘800° anniversario della Città di Dresda e si rivolge alle congruenze storiche e culturali tra Italia e Germania che a Dresda possono essere individuate in modo particolare nell‘epoca barocca, con le sue testimonianze artistiche ed architettoniche, tra le quali il “Palais im Großen Garten” e la sua collezione di sculture di Permoser.
Anche se a prima vista l’arte barocca ci appare così distante ed incomprensibile, attraverso un’analisi più attenta ci accorgiamo dei paralleli e delle comunanze con lo spirito dell‘epoca attuale.
Forme sontuose, ornamenti fastosi ed esuberanza caratterizzano l’espressione della società barocca, che si appassiona al “momento” (che oggi chiameremmo “evento”), al gioco ed alle illusioni. Oggigiorno ciò che è virtuale mediale si impone sempre più in primo piano, sovrastando se non addirittura sostituendo in parte la realtà. Dominare l’illusione attraverso la creazione di mondi virtuali sempre più simili a quello reale genera una sensazione di sicurezza, addirittura di onnipotenza.
Ciò malgrado tra il vero ed il verosimile, tra i media e la realtà, si crea una “zona ambigua”. È a questa zona ambigua, per la quale è sempre più difficile stabilire precisi confini, che si dedicano i due artisti con le loro installazioni.
Daniel Menck – Installazione di specchi tra le sculture di Permoser
Tra le sculture barocche di Permoser ospitate nel Palais, Menck dispone diverse lastre di vetro riflettente a gruppi di due o tre come fossero paraventi.
Tali lastre, che sono allo stesso tempo trasparenti ma anche riflettenti, generano una sovrapposizione di situazioni, di ciò che è dietro la superficie e di ciò che vi si riflette, e creano a seconda della prospettiva una riflessione multipla.
In maniera analoga a quanto accade quando ci si trova davanti ad una vetrina, si creano immagini riflesse di ciò che è davanti al vetro e contemporaneamente è possibile guardarvi attraverso, osservare lo spazio e le sculture. L‘immagine dell‘osservatore si intreccia con quella delle sculture e dello spazio, i confini tra immagini riflesse e realtà sfumano.
Mela Sfregola – Installazione di sculture trasparenti
Con una serie di sculture di grandi dimensione che si sviluppano nello spazio quasi a modo di drappeggio Mela Sfregola si rivolge direttamente alle forme del Barocco citandone il fasto e l’esuberanza. A dispetto del loro grosso volume le sculture sono costituite di un materiale trasparente e sottile.
Risulta quindi un forte contrasto tra ricchezza e voluttuosità delle superfici mosse con la leggerezza e l‘immaterialità della trasparenza, tra la sfarzosità delle forme ed il “minimalismo” del materiale. Attraverso questo contrasto, l‘installazione di Sfregola ci riporta a considerare i confini instabili tra ricchezza/esagerazione e minimalismo, materialità e inafferrabilità, tra vero e verosimile, si muove in uno spazio dove i confini tra la certezza e l’insicurezza diventano sempre meno nitidi.